L'uso promiscuo deve ritenersi non solo nella ipotesi in cui i medesimi ambienti siano contestualmente utilizzati per la vita familiare e per l'attivitā  professionale, ma ogni qual volta la agevole possibilitā  di comunicazione interna consente il trasferimento dei documenti propri della attivitā  commerciale nei locali abitativi (v. tra le altre Cass. n. 10664 del 1998).

Gli elementi alla base dell'accertamento vanno desunti, ad es., dalla effettiva lettura del contatore e non sulla base di quelli esposti nelle fatture provvisorie, nonchč dagli acquisti di prodotti specifici del settore, impiegati per l'effettuazione delle prestazioni (raffrontandone il consumo nell'anno con la media generale).

Se l'agenzia delle Entrate contesta l'antieconomicitā  delle singole operazioni poste in essere dal contribuente che sia imprenditore commerciale, č onere di quest'ultimo dimostrare la liceitā  fiscale dell'operazione negoziale unitariamente considerata nel suo complesso, e il giudice tributario non puā˛ al riguardo limitarsi a constatare la mera regolaritā  formale della documentazione cartacea.

I principi relativi alla determinazione del valore di un bene che viene trasferito sono diversi a seconda dell'imposta che si deve applicare, sicchč quando si discute di imposta di registro si ha riguardo al valore di mercato del bene, mentre quando si discute di una plusvalenza realizzata nell'ambito di un impresa occorre verificare la differenza realizzata tra il prezzo di acquisto e il prezzo di cessione. [...]

In tema di accertamento del reddito, il valore di mercato determinato in via definitiva in sede di applicazione dell'imposta di registro puā˛ essere legittimamente utilizzato dall'amministrazione finanziaria come dato presuntivo ai fini dell'accertamento di una plusvalenza patrimoniale realizzata a seguito di cessione di azienda. In tale ipotesi resta, pertanto, a carico del contribuente l'onere di provare un diverso valore, anche dimostrando di non aver interamente realizzato, in concreto, il valore di mercato dell'azienda ceduta. Il valore stabilito in sede di applicazione dell'imposta di registro deve essere considerato, quindi, come un dato obiettivo idoneo, di per sč, a fondare l'accertamento della plusvalenza da cessione, a prescindere dalle modalitā  con le quali esso sia stato determinato, e fatta salva la possibilitā  di prova contraria da parte del contribuente.

La Corte di Cassazione, nella pronuncia n. 22839 del 21 ottobre 2013, risponde positivamente al quesito sulla validita' dell'accertamento fiscale eseguito in presenza di un collaboratore familiare, ma senza il titolare dell'attivita' soggetta al controllo (che, nella specie, si era rifiutato di firmare), con esclusione dei casi in cui la verifica possa determinare la lesione di diritti costituzionalmente tutelati, come l'inviolabilita' della liberta' personale o del domicilio.