La mera presenza sul luogo di coltivazione di marijuana integra il reato di concorso?

In materia di coltivazione di stupefacenti, la mera ed occasionale presenza di qualcuno sul luogo della piantagione, non appare di per sé qualificante per integrare il reato di concorso?



 in assenza id elementi idonei a connotare il contributo dell’indagato come una forma di partecipazione morale e/o materiale alla condotta altrui già in atto, la mera presenza sul luogo di piantagione non integra di per sé il concorso nella coltivazione di sostanze stupefacenti. Cass. pen. n. 10930 del 6 marzo 2017. Massima: In materia di coltivazione di stupefacenti, la mera ed occasionale presenza di qualcuno sul luogo della piantagione, non appare di per sé qualificante, nel senso dell'individuazione di una condotta di concorso piuttosto che di mera connivenza, penalmente lecita e non sussumibile in un contributo materiale alla commissione del fatto.Cass. pen. n. 10930 del 6 marzo 2017

Nota: Essere trovati in compagnia di altra persona dedita alla coltivazione di piante di marijuana, integra il concorso nel reato di coltivazione di sostanze stupefacenti? A tale quesito è chiamata a dare risposta la Corte Suprema, alla quale si rivolge con ricorso una signora condannata per il suddetto reato “soltanto” per essere stata rinvenuta assieme al marito sul luogo di coltivazione della sostanza stupefacente. Nel ricorso l’imputata si difende sostenendo che la mancanza di condotte commissive riferibili alla stessa, ma la mera presenza nell'auto con la quale il marito era giunto nei luoghi nei quali veniva svolta l'illecita attività di coltivazione, presenza che, in astratto, potrebbe integrare il reato di favoreggiamento, non punibile ex art. 384 c.p. L'ordinanza impugnata affermava che il concorso della signora nella condotta di coltivazione delle piante di sostanze stupefacenti poteva desumersi dal constatato accompagnamento del marito nella piantagione e che non poteva ritenersi verosimile che la stessa fosse lì solo per caso, ignara di ciò che stesse accadendo e non, invece, che vi fosse recata per aiutare il coniuge nell'attività di coltivazione e di raffinazione della sostanza stupefacente. I giudici di piazza Cavour non condividono le motivazioni del Tribunale di merito, il quale si è limitato a far discendere la prova della condotta di concorso materiale nella coltivazione delle piante di marijuana dalla mera presenza dell'indagata nel fondo ove era in corso la coltivazione e dove accompagnava il marito. Per la Suprema Corte, infatti, la mera ed occasionale presenza dell'indagata sul luogo della piantagione, non appare di per sè qualificante, nel senso dell'individuazione di una condotta di concorso piuttosto che di mera connivenza, di per sè, penalmente lecita e non sussumibile in un contributo materiale alla commissione del fatto. Nè sono stati individuati ulteriori elementi idonei a connotare il contributo della ricorrente come una forma di partecipazione morale e/o materiale alla condotta altrui già in atto, ad es. assicurando all'agente una certa sicurezza ovvero garantendo, anche implicitamente, una collaborazione in caso di bisogno, in modo da consolidare la consapevolezza nell'altro di poter contare su una propria attiva collaborazione, indici che non emergono da alcuna evidenza di natura fattuale. La Cassazione annulla pertanto l’ordinanza impugnata, ritenendo con punibile la condotta della signora per come descritta.

Fai una domanda