Qual'è la differenza tra truffa ed estorsione?
La differenza fra reato di truffa e quello di estorsione consiste nell'ingiustizia o nell'astratta legittimità del pericolo immaginario rappresentato alla persona offesa.
Il Tribunale di Aosta si è pronunciato sulla differenza tra reato di truffa e quello di estorsione.
La differenza fra reato di truffa ai sensi dell'art. 640 del Codice Penale e quello di estorsione di cui all'art. 629 del ridetto codice, consiste nell'ingiustizia o nell'astratta legittimità del pericolo immaginario rappresentato alla persona offesa che, nel primo caso proviene da terzi ed è in sé non ingiusto ma astrattamente legittimo, nel secondo caso, invece, il pericolo oltre che immaginario deve concretarsi anche come ingiusto in sé attraverso la minaccia di fatti costituenti reato da parte di una non meglio precisata banda di malavitosi. Tribunale di Aosta 30 marzo 2016.
Email: [email protected]
Ti potrebbero anche interessare i seguenti articoli
DIRITTO PENALE. Alterare il contratto di assicurazione per responsabilità civile verso terzo integra il reato di truffa ai danni dello stato? Cass. Civ. 4 maggio 2012 n. 16630.
Non è configurabile il reato di truffa in quanto si tratta di un reato contro il patrimonio la cui ratio consiste nella tutela della libertà di determinazione negoziale che, per essere tale, deve essere assunta in assenza di qualsiasi atto fraudolento. Il reato in questione, è caratterizzato, sotto il profilo dell'elemento materiale, dai seguenti elementi: a) gli artifizi o raggiri; b) l'incidenza sul patrimonio della vittima. Se ad essere raggirati sono i C.C. nell'ambito di un controllo, il reato di truffa ai danni dello stato non è ipotizzabile proprio perché i C.C. non hanno il potere di compiere alcun atto di disposizione destinato ad incidere sul patrimonio del danneggiato per effetto di una libera scelta negoziale atteso che i medesimi hanno solo la funzione di accertare la violazione dell'art. 193 Cds che prevede una semplice sanzione amministrativa.
DIRITTO PENALE. Esercizio abusivo della professione medica: quando scatta la truffa? Cass. pen. 9 febbraio 2011 n. 4641.
Se la convinzione del paziente di trovarsi dinanzi a persona qualificata non è stata conseguente ad esibizione di titoli inesistenti o da esplicite affermazioni ma da un comportamento di fatto non specificatamente rivolto a far credere l'esistenza di titoli professionali, non puಠsussistere il reato di truffa.
DIRITTO PENALE. Esposizione del contrassegno per invalidi: reati di sostituzione di persona e truffa? Cass. pen. 17 giugno 2011 n. 24454.
Per configurarsi il reato di sostituzione di persona ex art. 494 c.p. occorre che la condotta di reato non sia integrata dalla semplice esibizione, sul parabrezza di un'autovettura, del contrassegno invalidi, in quanto la stessa non comporta una "dichiarazione" di attestazione della presenza del titolare del permesso a bordo dell'autovettura medesima, come presupposto dell'autoattribuzione della qualità di "accompagnatore" da parte del conducente. L'esibizione del permesso rappresenta esclusivamente il presupposto necessitato perchè quel veicolo possa circolare, in quanto al servizio della persona invalida, in zone altrimenti interdette, grazie alla specifica autorizzazione amministrativa concessa.
DIRITTO PENALE. Il reato di truffa aggravata nella timbratura del cartellino del dipendente pubblico. Cass. pen. 4 gennaio 2011 n. 38.
La timbratura del "cartellino marcatempo" in altro luogo rispetto a quello di assegnazione, implica l'attestazione della continuità della prestazione, per la quale non vi è alcuna possibilità di controllo da parte della pubblica amministrazione.
DIRITTO PENALE. Mandato di arresto europeo, truffa continuata e siti internet fantasma. Cass. n. 18428 del 30 aprile 2014.
Un cittadino rumeno, indagato in Germania in ordine ai reati di associazione a delinquere e truffa continuata, in relazione alla vendita di pneumatici, in realtà inesistenti, a svariati soggetti stilizzando siti internet fantasma, fino all'anno 2012, ricorre per cassazione avverso la sentenza della Corte d'appello di Brescia, in data 19-3-14, con cui è stata ordinata la consegna del ricorrente, in esecuzione del mandato di arresto Europeo emesso,il 5-9-13, dal Tribunale di Detmold.
DIRITTO PENALE. Se il costruttore tace sulla presenza di difetti costruttivi e vizi urbanistici dell'immobile risponde per truffa? Cass. Pen. 19 marzo 2013 n. 28703.
Risponde del reato di truffa il costruttore che attraverso il silenzio maliziosamente serbato su alcune circostanze che abbia il dovere di fare riconoscere, indipendentemente dal fatto che dette circostanze siano conoscibili dalla controparte con l'ordinaria diligenza, configurandosi tale comportamento come "artificio o raggiro" (fattispecie relativa alla vendita un immobile da parte di un costruttore, che, pur sapendo dell'esistenza di vizi e difetti oltre che di difformità urbanistiche relative al bene ceduto, ometteva di riferire tali circostanze all'acquirente, provvedendo addirittura a garantire in sede di rogito la piena conformità del costruito alle concessioni amministrative conseguite).
DIRITTO PENALE. Truffa aggravata. Notifica presso il difensore, nullità sanabile. Sussistenza. Rilevanza delle dichiarazioni rese dalla parte offesa. Cass. pen. 05 ottobre 2011 n. 37018.
Nel caso di domicilio dichiarato, la notificazione del decreto di citazione in giudizio con consegna di copia al difensore di fiducia, invece che presso il domicilio dichiarato dall'imputato, da luogo ad una nullità a regime intermedio dal momento che non è inidonea a determinare, in ragione del rapporto fiduciario, la conoscenza effettiva del procedimento da parte dell'imputato e, tuttavia, rimane sanata se il difensore omette in giudizio di eccepire alcunché.
DIRITTO PENALE. Truffa: integra un artificio la consegna di un assegno con dicitura idonea a trarre in inganno sulla relativa copertura. Corte Appello Roma n. 8072/2010.
La consegna di un assegno previa apposizione sullo stesso di una dicitura idonea a trarre in inganno sulla (realtà inesistente) copertura del medesimo integra senza dubbio un artificio idoneo ai fini del delitto di truffa che, con la consegna del bene (e quindi con la produzione del danno), si è a tutti gli effetti consumata.
Il commercialista omette la presentazione delle dichiarazioni fiscali del cliente: è truffa?
Il caso è quello di un commercialista che, avendo il mandato professionale di consulenza fiscale e tributaria, in costanza del rapporto ometteva di presentare le dichiarazioni fiscali del cliente. Successivamente compieva anche una serie di artifizi e raggiri finalizzate a tenere nascoste tali inadempienze al cliente, il quale gli rinnovava la fiducia ed il mandato professionale.
Sulla differenza tra il reato di rapina c.d. “impropria” e truffa aggravata.
Ancora una volta la S.C. interviene per sciogliere il nodo relativo alla differenza tra le due fattispecie di reato di rapina impropria mediante minaccia (ex art. 628 co.2 c.p.) e truffa aggravata dal timore di pericolo immaginario di cui all’art. 640 co.2 n.2 c.p.
Truffa contrattuale: si può richiedere il risarcimento alla Camera di Commercio?
La Corte di Cassazione si pronuncia con la sentenza n. 22890 del 10 novembre 2015 a seguito di una questione avente ad oggetto la responsabilità solidale della Camera di Commercio in caso di truffa contrattuale. Il punto dal quale si snoda la problematica che ci occupa è il rilascio di un certificato di origine di merce italiana da parte della Camera di Commercio, senza verificare di fatto l'esistenza della merce stessa.
Truffa e illecito civile: quale limite?
Il Tribunale di La Spezia, con sentenza n. 1024 del 24 settembre 2015, si è pronunciata su un'interessante questione avente ad oggetto il sottile limite intercorrente tra il reato di truffa e l'illecito civile. Quando può configurarsi la truffa? Quando invece siamo di fronte solo ad un illecito civile?
DIRITTO PENALE: è estorsione obbligare il lavoratore a firmare le buste paga maggiorate. Cass. Pen. 11 ottobre 2010 n.36276.
Imporre al lavoratore di firmare le buste paga con importi maggiorati è penalmente punibile secondo la Suprema Corte di Cassazione, la quale conferma la sentenza del tribunale di primo grado sia nei confronti del datore di lavoro che del consulente del lavoro. Anche il consulente del lavoro dell'azienda qualora mediante minacce di licenziamento imponga al lavoratore di porre la propria firma sulle buste paga maggiorate rispetto all'importo realmente percepito da questi deve rispondere del reato di estorsione.
DIRITTO PENALE. L'estorsione del datore di lavoro in danno dei lavoratori dipendenti.
La sentenza in commento tratta, tra le altre cose, dell'estorsione posta in essere dal datore di lavoro attraverso «la permanente minaccia sulla libertà di autodeterminazione dei lavoratori, al fine di assecondare richieste e decisioni dell'impresa». In particolare, la condotta del datore di lavoro puಠessere qualificata in termini di estorsione quando lo stesso prospetti ai lavoratori la mancata assunzione, il licenziamento o la mancata corresponsione della retribuzione nel caso in cui essi non avessero accettato le condizioni di lavoro imposte loro dal medesimo imprenditore, contrarie alla legge ed ai contratti collettivi. CONFORMI: : Cass. n. 16656/2010; Cass. n. 36642/2007; Cass. n. 656/2010; Cass. n. 15971/1990.
REATI MAFIOSI, ESTORSIONE ed USURA. Regolamento sul Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime. G.U. n. 83 del 09 aprile 2014.
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 febbraio 2014, n. 60 Regolamento recante la disciplina del Fondo di rotazione per la solidarieta' alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell'usura, a norma dell'articolo 2, comma 6-sexies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10. Gazzetta Ufficiale n. 83 del 09 aprile 2014.