Il problema del sovraindebitamento. Cenni introduttivi.

Ormai sempre più frequentemente le indicate figure che fino a qualche anno fa riuscivano a raggiungere una apprezzabile tranquillità e non vedevano pregiudicato il presente e il futuro da perdurare della crisi finanziaria. [...]



A cura dell'Avv. Mauro Marzoli

Ormai sempre più frequentemente le indicate figure che fino a qualche anno fa riuscivano a raggiungere una apprezzabile tranquillità e non vedevano pregiudicato il presente e il futuro da perdurare della crisi finanziaria che, ciclicamente, investono il Paese, compromettendo sviluppo ed attività lavorative.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti provocando la riduzione dei redditi familiari derivanti dalla perdita del posto di lavoro, di uno se non di entrambi i componenti, con drastica riduzione delle periodiche entrate e crescente impossibilità a fare fronte alle obbligazioni contratte in precedenza e per le quali in passato non vi era il timore di non poterle estinguere.

Anche le piccole attività imprenditoriali e professionali soffrono sempre più delle sistemiche crisi finanziarie in quanto, da un lato, riducono entrate e guadagni, mantenendo elevati i costi da sostenere per la produzione del reddito, e dall’altro portano ad uno sfinimento della fiscalità nazionale che abbatte le aspettative di guadagno.

Il legislatore, sin da epoca remota, ha mostrato sensibilità per le situazioni di insolvenza, ma limitatamente ad attività imprenditoriali di spessore e rilevanza, emanando nel 1942 la legge fallimentare. In essa già si prevedeva tra l’altro mutuandola dall’abrogato ottocentesco codice del commercio soluzioni che permettevano, con apposite procedure (quali il concordato preventivo o l’amministrazione controllata) di soddisfare parzialmente il ceto creditore e permettere la prosecuzione dell’attività rimettendo in bonis l’impresa negli anni .

In special modo nell’ultimo decennio il legislatore è più volte intervenuto nel settore ritenuto strategico per l’economia nazionale, modificando la legge fallimentare, anche con inserimento di disposizioni normative che ad essa si affiancavano, individuando ulteriori soluzioni che rendevano sempre più agevole alle medie e grandi attività di superare crisi economiche e debitorie mediante pagamenti apprezzabilmente ridotti in percentuale delle obbligazioni assunte.

In pratica si è creata una sorta di nuova ammortizzatore sociale che consente di spalmare tra tutti i creditori l’abbattimento dei debiti che vengono soltanto parzialmente onorati preservando la continuità dell’impresa.

Finalmente, in un recente passato, il legislatore si è mostrato attento anche alle problematiche del sovraindebitamento delle famiglie, dei professionisti e delle piccole attività, con l’emanazione della Legge n. 3/2012 che rende possibile alleggerire il fardello debitorio.

Il quadro normativo tende a fornire tutela ad alcune categorie di soggetti in stato di sovraindebitamento.

Questo avviene ogni qualvolta il valore della situazione debitoria è di importo tale da non poter essere estinto ovvero risanato con il patrimonio del debitore.

Diviene quindi possibile grazie alla normativa in esame individuare la soluzione più appropriata che possa consentire all’interessato di utilizzare il proprio patrimonio e/o la propria redditualità nel limite della sua capienza per giungere ad estinguere in misura percentuale i debiti contratti ovvero rateizzare in modo sostenibile il pagamento, ovvero ancora mettere a disposizione dei creditori i propri averi.

E’ il caso di aggiungere che il positivo esito della procedura permetterà all’ormai “ex” debitore, di riacquistare credibilità finanziaria con cancellazione del nominativo dalla centrale rischi e dalle banche dati dei cattivi pagatori.

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