Pianificazione dello spazio marittimo.

D.Lgs. 17 ottobre 2016 n. 201. Attuazione della direttiva europea per l'istituzione di un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo. G.U. n. 260 del 7 novembre 2016.



Con Decreto legislativo del 17 ottobre 2016 n. 201 è stata data attuazione alla direttiva 2014/89/UE che istituisce un uadro per la pianificazione dello spazio marittimo.

Il Decreto sulla pianificazione dello spazio marittimo è teso a promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime, lo sviluppo sostenibile delle zone marine e l'auso sostenibile delle risorse marine, assicurando la protezione dell'ambiente marino e costiero attraverso l'ap'plicazione dell'approccio ecosistemico, tenendo conto delle interazioni terra-mare e del rafforzamento della cooperazione transfrontaliera, in conformita' alle pertinenti disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982 e ratificata con legge 2 dicembre 1994, n. 689.

  • Qual'è l'ambito di applicazione del decreto sulla pianificazione dello spazio marittimo?

Il presente decreto si applica alle acque marine della regione del Mare Mediterraneo.

Non si applica alle acque costiere o parti di esse che rientrano nelle pianificazioni urbane e rurali disciplinate da vigenti disposizioni di legge, purche' cio' sia indicato nei piani di gestione dello spazio marittimo di cui all'articolo 5, comma 1, al fine di assicurare la coerenza tra le rispettive previsioni.

Non si applica alle attivita' il cui unico fine e' la difesa o la sicurezza nazionale ne' alla pianificazione urbana e rurale.

  • Cosa si intende per acque marine?

Per acque marine si intendono:

1) le acque, il fondale e il sottosuolo, quali definiti dall'articolo 3, comma 1, lettera a), punto 1, del decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190, e successive modificazioni;

2) le acque costiere quali definite dall'articolo 54, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, il relativo fondale e sottosuolo.

  • Cos'è in concreto la pianificazione dello spazio marittimo?

La pianificazione dello spazio marittimo è un processo mediante il quale vengono analizzate ed organizzate le attivita' umane nelle zone marine al fine di conseguire obiettivi ecologici, economici e sociali.

  • Cosa sono le c.d. regioni marine?

Le regioni marine, come determinate dall'articolo 4 della direttiva 2008/56/CE sono:

1) Mar Baltico;

2) Oceano Atlantico nordorientale;

3) Mare Mediterraneo;

4) Mar Nero.

Per "regione del Mare Mediterraneo" si intendono le acque marine del Mare Mediterraneo propriamente intese, inclusi i suoi golfi e mari, come delimitate a ovest dal meridiano passante attraverso il faro di Capo Spartel, all'entrata dello Stretto di Gibilterra ed a est dal limite meridionale dello Stretto dei Dardanelli tra Mehmetcik e Kumkale, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 1, della Convenzione per la protezione dell'ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo, adottata a Barcellona il 16 febbraio 1976 e ratificata con legge 25 gennaio 1979, n. 30, come modificata dall'atto finale della Conferenza dei plenipotenziari del 9 e 10 giugno 1995, ratificato con legge 27 maggio 1999, n. 175.

  • Quali sono le sottoregioni marine?

Le sottoregioni del Mare Mediterraneo individuate dall'articolo 4 della direttiva 2008/56/UE:

1) il Mare Mediterraneo occidentale;

2) il Mare Adriatico;

3) il Mar Ionio e il Mare Mediterraneo centrale;

4) il Mar Egeo e il Mare Mediterraneo orientale.

  • Cosa si intende per "interazioni terra-mare"?

Per "interazioni terra-mare" si intendono le interazioni in cui fenomeni naturali o attivita' umane terrestri hanno impatto sull'ambiente, sulle risorse e sulle attivita' marine e in cui fenomeni naturali od attivita' umane marine hanno impatto sull'ambiente, sulle risorse e sulle attivita' terrestri.

  • Quali sono gli obiettivi e i requisiti della pianificazione dello spazio marittimo?

La pianificazione dello spazio marittimo intende contribuire allo sviluppo sostenibile dei settori energetici del mare, dei trasporti marittimi, della pesca e dell'acquacoltura, per la conservazione, la tutela e il miglioramento dell'ambiente, compresa la resilienza all'impatto del cambiamento climatico, promuovendo e garantendo la coesistenza delle pertinenti attivita' e dei pertinenti usi.

La pianificazione dello spazio marittimo e' elaborata ed attuata applicando l'approccio ecosistemico e tenendo conto:

a) delle peculiarita' delle regioni marine, delle pertinenti attivita' e dei pertinenti usi attuali e futuri e dei relativi effetti sull'ambiente, nonche' delle risorse naturali;

b) degli aspetti economici, sociali e ambientali nonche' degli aspetti relativi alla sicurezza degli usi civili e produttivi del mare;

c) delle interazioni terra-mare, anche mediante il ricorso agli elementi contenuti negli altri processi di pianificazione, quali la gestione integrata delle zone costiere o le pratiche equivalenti, formali o informali.

  • Com'è attuata la pianificazione dello spazio marittimo?

La pianificazione dello spazio marittimo e' attuata attraverso l'elaborazione di piani di gestione, che individuano la distribuzione spaziale e temporale delle pertinenti attivita' e dei pertinenti usi delle acque marine, presenti e futuri, che possono includere:

a) zone di acquacoltura;

b) zone di pesca;

c) impianti e infrastrutture per la prospezione, lo sfruttamento e l'estrazione di petrolio, gas e altre risorse energetiche, di minerali e aggregati e la produzione di energia da fonti rinnovabili;

d) rotte di trasporto marittimo e flussi di traffico;

e) zone di addestramento militare;

f) siti di conservazione della natura e di specie naturali e zone protette;

g) zone di estrazione di materie prime;

h) ricerca scientifica;

i) tracciati per cavi e condutture sottomarine;

l) turismo;

m) patrimonio culturale sottomarino.

Per ogni area marittima individuata nelle linee guida di cui all'articolo 6, comma 2, viene redatto un piano di gestione dello spazio marittimo che include la valutazione ambientale strategica e la valutazione di incidenza, ove previste.

I piani e programmi esistenti che prendono in considerazione le acque marine e le attivita' economiche e sociali ivi svolte, nonche' quelli concernenti le attivita' terrestri rilevanti per la considerazione delle interazioni terra-mare, elaborati ed attuati ai sensi delle disposizioni europee e nazionali previgenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono inclusi ed armonizzati con le previsioni dei piani di gestione dello spazio marittimo.

Entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto le amministrazioni responsabili dei piani e programmi di cui al comma 3 forniscono all'Autorita' competente di cui all'articolo 8 le informazioni relative agli stessi.

I piani di gestione dello spazio marittimo sono elaborati dal Comitato tecnico di cui all'articolo 7 e, prima della approvazione, sono trasmessi al Tavolo interministeriale di coordinamento di cui all'articolo 6 che ne attesta la corrispondenza con il processo di pianificazione definito nelle linee guida di cui all'articolo 6, comma 2.

I piani di gestione dello spazio marittimo sono approvati anche in tempi diversi e comunque entro il 31 dicembre 2020, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

I piani di gestione dello spazio marittimo sono aggiornati secondo le modalita' e le tempistiche definite dalle linee guida di cui all'articolo 6, comma 2, e comunque entro dieci anni dalla loro prima approvazione.

  • Cos'è il Tavolo interministeriale di coordinamento?

Allo scopo di definire il processo di pianificazione degli usi e delle attivita' afferenti lo spazio marittimo e' costituito un Tavolo interministeriale di coordinamento sulla pianificazione dello spazio marittimo, di seguito denominato Tavolo interministeriale di coordinamento, presso il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, di cui fanno parte un rappresentante per ciascuno dei seguenti Ministeri: degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti, dello sviluppo economico, delle politiche agricole, alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del mare e del territorio, dei beni culturali e delle attivita' culturali e del turismo, della difesa, dell'istruzione e della ricerca scientifica, della salute, del lavoro e delle politiche sociali, dell'economia e delle finanze, del Dipartimento per gli affari regionali, le autonomie e lo sport della presidenza del Consiglio dei ministri e dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Il tavolo e' presieduto da un rappresentante del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Ai componenti del Tavolo interministeriale non spettano gettoni di presenza, compensi, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati.

Il Tavolo interministeriale di coordinamento, sentita la Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorita' di sistema portuale, definisce per ogni sottoregione marina le linee guida contenenti gli indirizzi e i criteri per la predisposizione dei piani di gestione dello spazio marittimo e l'individuazione delle aree marittime di riferimento, nonche' di quelle terrestri rilevanti per le interazioni terra-mare.

Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le linee guida di cui al comma 2 sono approvate con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.

Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dal presente articolo con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

  • E' istituito un Comitato tecnico?

Sì. Presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in qualita' di Autorita' competente, e' istituito un Comitato tecnico che elabora, per ogni area marittima individuata nelle linee guida di cui all'articolo 6, comma 2, i piani di gestione dello spazio marittimo.

Il Comitato, nominato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e' composto da:

a) tre rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di cui uno con funzioni di presidente;

b) due rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

c) due rappresentanti del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;

d) due rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico;

e) due rappresentanti del Ministero dei beni culturali e delle attivita' culturali e del turismo;

f) un rappresentante delle Regioni designato dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni per ciascuna area marittima di riferimento.

Nel caso in cui piu' Regioni fanno parte di una area marittima di riferimento, il Comitato e' composto da un rappresentante di ogni Regione interessata.

Al Comitato tecnico partecipa, in qualita' di osservatore, un rappresentante del Ministero della difesa.

Alle riunioni del Comitato tecnico possono partecipare, in qualita' di osservatori, i rappresentanti di altre amministrazioni, ogni qualvolta siano trattate le tematiche di competenza delle stesse.

Alle riunioni del Comitato possono essere invitati a partecipare rappresentanti di enti ed istituti di ricerca, di associazioni riconosciute e di categoria.

Il Comitato si avvale delle strutture e delle risorse umane delle amministrazioni che lo compongono a legislazione vigente e puo' avvalersi a titolo gratuito del supporto tecnico scientifico di esperti indicati dalle amministrazioni che compongono il Comitato medesimo.

Ai componenti del Comitato ed agli osservatori che partecipano alle riunioni non spettano gettoni di presenza, compensi, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati.

Le attivita' di segretaria del Comitato sono svolte dalla Direzione generale per la vigilanza sulle Autorita' portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per vie d'acque interne del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Il Comitato informa annualmente il Tavolo interministeriale sullo stato di attuazione dei piani di gestione dello spazio marittimo.

Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dal presente articolo con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

 

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