PENALE. Dei Delitti contro l'assistenza familiare (artt. 570-574 c.p.). Focus giurisprudenziale (Giugno 2013-Giugno 2014).
DEI DELITTI CONTRO L’ASSISTENZA FAMILIARE (artt. 570 – 574 c.p.) Focus Giurisprudenziale. (Periodo: Giugno 2013 – Giugno 2014). 1. La disciplina codicistica. 2. Focus giurisprudenziale (Periodo: Giugno 2013 – Giugno 2014).
DIRITTO PENITENZIARIO. Il diritto alla salute nell'ordinamento penitenziario.
Quando si parla di diritto alla salute in carcere bisogna tenere presenti due diversi profili: il diritto a mantenere una buona condizione di salute per coloro che sono sani, e il diritto alla salute per i detenuti malati, come i tossicodipendenti o i sieropositivi, attraverso misure che garantiscano il diritto all’informazione sul proprio stato di salute, sui trattamenti che il medico vuole effettuare e il diritto a cure garantite. [...]
DIRITTO PENALE. La causalità omissiva. Focus giurisprudenziale (Aprile 2013-Aprile 2014).
Brevi riflessioni sull'art. 40 c.p., la causalità omissiva e la posizione di garanzia. Osservatorio giurisprudenziale avente ad oggetto le massime più rilevanti dal giugno 2013 all'aprile 2014 sull'art. 40 c.p. e articoli correlati.
Morire di carcere: un viaggio nel mondo della detenzione tra problemi sociali, etici e giuridici.
L'incontro si prefigge lo scopo di sensibilizzare alle problematiche della detenzione affinchè il carcere non sia ritenuto "luogo" estraneo alla vita della comunità degli uomini liberi, bensଠspazio dove vive un'altra comunità , composta da donne e uomini, che pur avendo sbagliato, non possono essere abbandonati al loro destino.
DIRITTO PENALE. I diritti del detenuto previsti dall'ordinamento italiano: analisi e limiti alla luce delle recenti riforme.
La carcerazione priva il soggetto della propria libertà , ma non dei suoi diritti, che sono anche previsti e protetti dalla Costituzione. Il detenuto, infatti, non perde il suo status di cittadino e rimane perciಠtitolare di alcuni diritti.
DIRITTO PENALE: le scriminanti nell'attività sportiva, il consenso dell'avente diritto, l'illecito sportivo e il rischio consentito.
Il consenso dell'avente diritto disciplinato dall'art. 50 c.p. ha la finalità di non perseguire un determinato comportamento qualora il soggetto che abbia subito la lesione di un proprio bene esprima il consenso alla lesione di esso, sempre che si tratti di un bene disponibile.
Le misure alternative alla detenzione: dalla riforma dell'ordinamento penitenziario alle attuali applicazioni legislative.
Le più significative novità introdotte dal Decreto Legge n. 211/2011 in materia di modalità di convalida dell'arresto e del giudizio direttissimo dinanzi al tribunale in composizione monocratica, di innalzamento da 12 a 18 mesi del periodo residuo di pena detentiva che è possibile scontare nella propria abitazione, di estensione della disciplina dell'ingiusta detenzione ai procedimenti anteriori all'emanazione del codice di procedura penale del 1988 e di chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
DIRITTO PENITENZIARIO.Sovraffollamento carcerario e i principi della riforma dell'ordinamento penitenziario.
La problematica del sovraffollamento carcerario in Italia, esposta di recente drammaticamente a livello mediatico tanto da spingere il Parlamento ad adottare un decreto legge con voto di fiducia, stimola la riflessione in tema di misure alternative alla detenzione e di ripensamento dell'intero ordinamento penitenziario. Persuasi dell'importanza della prospettiva storica, giova ripercorrere le tappe evolutive che hanno portato alla riforma ordinamentale del 1975, al fine di comprenderne i principi, che sono alla base anche delle successive leggi in tale ambito, e di stimolare la riflessione sull'angosciante problema del sovraffollamento dei detenuti nelle carceri, il quale non puಠnon interpellare la coscienza dell'operatore giuridico e giudiziario ancor prima di quella del politico e del comune cittadino.[...]
DIRITTO PENALE. L'estorsione del datore di lavoro in danno dei lavoratori dipendenti.
La sentenza in commento tratta, tra le altre cose, dell'estorsione posta in essere dal datore di lavoro attraverso «la permanente minaccia sulla libertà di autodeterminazione dei lavoratori, al fine di assecondare richieste e decisioni dell'impresa». In particolare, la condotta del datore di lavoro puಠessere qualificata in termini di estorsione quando lo stesso prospetti ai lavoratori la mancata assunzione, il licenziamento o la mancata corresponsione della retribuzione nel caso in cui essi non avessero accettato le condizioni di lavoro imposte loro dal medesimo imprenditore, contrarie alla legge ed ai contratti collettivi. CONFORMI: : Cass. n. 16656/2010; Cass. n. 36642/2007; Cass. n. 656/2010; Cass. n. 15971/1990.
Diritto Penale.Disposizioni integratrici dell'elemento normativo della fattispecie e fenomeno successorio.
Il problema della validità delle norme penali nel tempo ed il conseguente fenomeno successorio ha da sempre interessato sia la dottrina che la giurisprudenza non solo in riferimento alla regolamentazione dell'efficacia in generale tra norme e loro limite temporale ma anche in riferimento alla successione delle disposizioni integratrici dell'elemento normativo della fattispecie.