Qui ad Atene noi facciamo cosė.

DIRITTO E DINTORNI (Rubrica a cura di Liliana Rullo). Discorso di Pericle agli Ateniesi. 461 a.C. Riflessioni



DIRITTO E DINTORNI

(Rubrica a cura di Liliana Rullo)

Svegliarsi all'alba e leggere tra i fogli sparsi della mia vecchia agenda universitaria il Discorso di Pericle agli Ateniesi...

...amici...non ha prezzo!

La giornata prende un diverso spunto, come dire, libero e democratico.

Sembra che all'improvviso si sia risvegliata, (e badate bene, risvegliata e non formata), quella sana e gagliarda voglia di rivoluzione.

In me agita da sempre quella Voglia, ma talvolta rimane sopita lì tra le piaghe della quotidianità e delle sudate carte.

Ad Atene, nel 461 a.C. avevano chiari i principi di libertà e di democrazia...

... a noi...cos'è successo? 

Dilaga la disuguaglianza...  e non parlo di quella formale...che per molti ci starebbe anche..parlo di quella sostanziale.

E l'involuzione che ci ha portato dal 461 a.C. al 2018 d.C. ha ingenerato in ogni singolo cittadino una sfiducia nelle istituzioni che credo sia dovuta a questa mancanza di Appartenenza.

Non ho mai sentito alcuno vantarsi proclamando: Qui in Italia noi facciamo così.

Qui. In Italia. Noi. Facciamo. Così.

Noi facciamo così?

Noi tutti insieme appassionatamente riconosciamo una forza? 

La forza dell'Unione?

Già riecheggiava tra le colonne ateniesi il territorio e l'Appartenenza.

Già riecheggiava tra le colonne ateniesi il popolo e l'Appartenenza.

Già riecheggiava tra le colonne ateniesi la sovranità e l'Appartenenza.

Sulle colonne che hanno permesso al governo di favorire i molti e non i pochi si è costruito il Tempio della Democrazia.

Oltre che sul merito...perchè non dovremmo mai ignorare "i meriti dell'eccellenza".

E noi? 

Anche noi facciamo così?

La libertà di cui parla Pericle è una libertà continua  e immutabile, tanto che si estende anche alla vita quotidiana: appare come una anticipazione dei diritti di libertà poi sanciti dalla Costituzione...

"noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Anche noi facciamo così?

Nei miei timidi approcci alla vita pubblica ho sempre percepito un'assenza, quali lapalissiana, di Appartenenza ad un popolo ed una massiccia presenza di esposizioni mediatiche finalizzate a proprie singole e per lo più patrimoniali...come dire..."questioni private"...

La riflessione che questa notte mi porterò con me è senza ulcun dubbio quella in riferimento al rispetto delle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che giusto e di ciò che è di buon senso.

Tale Altissimo Universale Sentimento è quello che, a mio avviso, muove i rapporti " e le altre stelle"...

Tale Sentimento dovrebbe risiedere in ognuno di noi ed indirizzarci verso la strada da perseguire.

Accanto al discorso di Pericle agli Ateniesi conservo con cura, sempre nell'agenda universitaria, un tema che ho svolto al liceo su Kant, grazie al Professore di Filosofia che ci ha accompagnato durante il viaggio della maturità...

"il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me". 

(I. Kant, Critica della ragion pratica, Laterza, Bari, 1974, pagg. 197-198)

Non è di certo un caso.

Non è un caso che il mio Pericle e il mio Kant vadano a spasso insieme tra le pagine della mia agenda universitaria...

...magari a braccetto...

...in un passeggiata peripatetica...

...nel giardino della conoscenza...

Scopriranno magari che quell'Universale Sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso è il medesimo cruccio di Kantiana memoria.

E qui anche noi facciamo così?

Che l'insegnamento di Pericle, degli Ateniesi e di Kantiana memoria allora sia con noi.

Che ogni uomo abbia il coraggio di interessarsi allo Stato e di considerare la discussione come un trampolino di lancio e non come un ostacolo.

Che ognuno di noi persegua felicità e libertà con la consapevolezza che la libertà sia solo il frutto del valore.

Le parole finali di Pericle allora siano per noi monito di speranza per costruire una società migliore, soprattutto in una sempre più dilagante...liquidità...

Ricordiamo quindi a noi stessi...

Felice versatilità...

Fiducia in se stessi...

Prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione...

Apertura al mondo...

Accoglienza...

Appartenenza...

Buona lettura!

Liliana Rullo

QUI AD ATENE NOI FACCIAMO COSI'. 

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

(Secondo Tucidide il discorso di Pericle è stato proclamato tra il 431 a.C. e il 404 a.C., all'inizio della Guerra del Peloponneso). 

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così. - 

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C

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