ANTIGIURIDICITÀ

L'antigiuridicità indica il contrasto tra la fattispecie concreta e l'ordinamento giuridico: una condotta, in sostanza, è caratterizzata da antigiuridicità quando viene realizzata contra ius. In diritto penale, l'antigiuridicità rientra nella struttura del reato, ma ricopre un ruolo differente, a seconda della teoria di riferimento: secondo la concezione bipartita del reato, che ha trovato il suo massimo esponente nel Mantovani, l'antigiuridicità non sarebbe un elemento del reato (composto, pertanto, solo dal fatto tipico e dalla colpevolezza), bensì l'essenza stessa (l'"in sé") del reato, per cui la presenza eventuale di una causa di giustificazione non comporterebbe semplicemente l'esclusione dell'antigiuridicità, ma dello stesso fatto tipico; invece, secondo la concezione tripartita, sostenuta da Beling e da Fiandaca-Musco, l'antigiuridicità sarebbe un elemento autonomo del reato, accanto alla tipicità ed alla colpevolezza, e consisterebbe nella mancanza di cause di giustificazione, cioè di norme dell'intero ordinamento giuridico che imporrebbero o autorizzerebbero quel determinato comportamento (ex: esercizio di un diritto).