Protezione dei dati personali: le sanzioni inflitte dal Garante per la loro violazione.

Il Garante privacy ingiunge a Tim il pagamento di 800mila euro per violazioni alla normativa sulla protezione dei dati personali.



Il Garante privacy ha ordinato a Tim il pagamento di due sanzioni amministrative per violazioni alla normativa sulla protezione dei dati personali.

La prima sanzione, di euro 800.000, conclude l'iter avviato dal reclamo di un ignaro utente che si è ritrovato intestatario di oltre 800 linee di telefonia fissa e che è venuta a conoscenza di tale situazione soltanto a seguito delle numerose richieste di pagamento delle bollette non pagate.

L’Autorità quindi avviava le verifiche sull’accaduto e a conclusione del proprio iter accertava che effettivamente erano state assegnate un numero molto rilevante di utenze telefoniche ad un'unica persona, problema che, secondo le giustificazioni riportate da TIM, sarebbe da ricondursi a non meglio precisati errori avvenuti durante l'attività di migrazione dei dati dei clienti da un sistema di gestione all'altro tra il 2002 e il 2004.

In realtà il Garante ha scoperto che tali “molteplici” intestazioni ad una unica persona riguarderebbero anche altri utenti della compagnia telefonica e si sarebbe propagata anche ad altri sistemi tra i quali il sistema di fatturazione e il sistema di richiesta anagrafica cliente (Rac). Si tratta di un sistema particolarmente delicato essendo preordinato a consentire la corretta effettuazione delle verifiche da parte delle forze di polizia e della magistratura.

Questa ingiunzione di pagamento fa seguito anche all'adozione del provvedimento del 6 aprile 2017 con il quale il Garante aveva ritenuto illecito il trattamento di dati personali effettuato da Tim. Con lo stesso provvedimento l'Autorità aveva anche ritenuto negligente e omissiva la condotta tenuta dalla società che, nonostante una segnalazione inviata dall'utente e per un lungo periodo di tempo, non aveva svolto le necessarie verifiche per sanare la posizione del cliente e di quanti si trovavano in situazioni analoghe.

La seconda sanzione del Garante, dell’importo di euro 160.000, è stata inflitta sempre alla TIM per un caso di data breach avvenuto nel 2013, in tale circostanza vi era stato un malfunzionamento di un sistema di autenticazione che aveva comportato la visualizzazione di dati di altri clienti (numero di telefono, credito residuo, indirizzo e-mail, ultime quattro cifre della carta di credito) da parte di chi intendeva avvalersi dei servizi di assistenza on line. L'errato abbinamento dell'utenza ai dati corrispondenti aveva dunque comportato una illecita comunicazione di dati personali a terzi (altri abbonati o persone comunque non legittimate ad accedervi).

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